Introduzione
In un mondo dove l’open space è la norma, il silenzio—o meglio, l’acustica—diventa uno strumento strategico, non un lusso. Oggi scopriamo come rumori involontari (colleghi che parlano, telefoni, passi) possano sabotare concentrazione, benessere e performance. E insieme esploriamo soluzioni funzionali e neuroergonomiche per trasformare un ufficio rumoroso in uno spazio di potenza cognitiva.
Il rumore invisibile che ci distrae
Molti lo danno per scontato, ma il rumore in ufficio è un nemico silenzioso (paradossalmente) della concentrazione. Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Psychology, il 99% dei lavoratori afferma di essere distratto dai rumori di fondo, come squilli di telefono, chiacchiere tra colleghi o semplicemente un flusso sonoro continuo. Non si tratta di persone particolarmente sensibili, ma di un effetto riconosciuto e studiato: si chiama “irrelevant sound effect” e indica come anche suoni familiari e ripetitivi riescano a spezzare il filo dell’attenzione, anche nei compiti più semplici (Acoustic Bulletin -2021).
Quando svolgiamo un’attività cognitiva – come scrivere un’email importante o analizzare un bilancio – un rumore inaspettato o anche semplicemente costante può ridurre la nostra accuratezza fino al 50%. In laboratorio, è stato osservato che un ambiente rumoroso peggiora significativamente le prestazioni mnemoniche e aritmetiche, con un impatto tanto più marcato quanto maggiore è la complessità del compito (sciencedirect.com – 2024).
Non è solo una questione di fastidio
Il rumore non disturba solo il lavoro: aumenta lo stress, abbassa il tono dell’umore, riduce la tolleranza e il benessere percepito.
Uno studio condotto alla Cornell University ha dimostrato che ambienti rumorosi (anche con livelli moderati) provocano un aumento significativo di epinefrina, l’ormone dello stress, mentre l’adrenalina rimane elevata, segnale di una risposta fisiologica di allerta persistente (steelcase) Sorprendentemente, le lavoratrici sottoposte al test tendevano anche a mantenere posizioni scorrette, aumentando il rischio posturale e muscolo-scheletrico .
Parallelamente, il riassunto di ricerca di Ecophon mette in evidenza che livelli acustici tra 55 e 66 dB, tipici di molti uffici open space, causano un aumento della fatica mentale, tempi di svolgimento più lunghi, riduzione della memoria a breve termine, oltre a un generale incremento del carico cognitivo e dello stress (ecophon.com).
Il confronto tra ambienti tranquilli (circa 40 dB) e rumorosi mostra risultati inequivocabili: in uffici soggetti a maggiori stimoli sonori, il carico percettivo e la fatica aumentano, con un aumento del 20–30% nel tempo medio di lavoro per completare le stesse attività .
In sintesi, il rumore non è un dettaglio: è un fattore che innesca un circolo di stress, riduzione della performance e potenziali ripercussioni sulla salute.

Progettare il suono per progettare la mente
L’acustica può però diventare un’alleata potente. Il punto è smettere di considerarla un dettaglio estetico e iniziare a progettarla come una strategia.
Secondo il modello CAB (Covering – Absorbing – Blocking), è possibile intervenire su tre livelli per creare un ambiente sonoro favorevole alla concentrazione:
Assorbendo il suono con pannelli fonoassorbenti e materiali soft;
Bloccarlo con pareti mobili o cabine chiuse per attività che richiedono concentrazione o privacy;
Mascherarlo con sound masking attivo, ovvero un suono calibrato e costante che rende meno percepibili i rumori disturbanti.
Diverse aziende (da Microsoft a Steelcase) stanno già adottando questi approcci. Ad esempio, l’introduzione di “quiet zones” e cabine acustiche ha ridotto del 25% le interruzioni giornaliere dei dipendenti e aumentato del 18% la produttività sui compiti di tipo analitico.
Il silenzio che fa bene a tutti
Investire in acustica non è solo un favore alla concentrazione dei colletti bianchi. È un gesto di cura aziendale, che abbraccia tutti: chi è introverso e fatica a lavorare in mezzo al caos, chi ha bisogno di spazio mentale per pensare, ma anche chi semplicemente non può più sopportare la sensazione di essere costantemente interrotto.
Creare ambienti equilibrati, che rispettano i diversi stili cognitivi e le esigenze sensoriali, è oggi una forma di inclusività. E sì, anche un modo per aumentare la produttività e ridurre assenze per stress o malesseri legati al sovraccarico.

FAQ – Acustica in ufficio
Qual è il livello di rumore ideale in ufficio?
Il livello raccomandato è tra i 40 e i 48 dB per attività di concentrazione, secondo lo standard ISO 3382-3.Cos’è il sound masking?
È una tecnologia che genera un suono uniforme e calibrato (non fastidioso) per rendere meno percepibili i rumori casuali e le conversazioni, migliorando la privacy acustica.Le cabine insonorizzate funzionano davvero?
Sì, se ben progettate. Sono efficaci per attività brevi, call e deep work. Vanno integrate con buone abitudini d’uso.Il rumore può davvero influire sulla salute?
Sì: può aumentare i livelli di cortisolo, causare stress cronico, problemi cardiovascolari e difficoltà di concentrazione.Come posso migliorare l’acustica senza ristrutturare?
Puoi usare pannelli mobili, divisori fonoassorbenti, piante fonoimpattanti e tappeti tecnici.Quali materiali aiutano a ridurre il riverbero?
Tessuti, pannelli in PET riciclato, legno poroso, schiume acustiche e fibre minerali sono ottimi alleati.Che cos’è la privacy acustica?
È la possibilità di parlare senza essere ascoltati da chi non è coinvolto nella conversazione. Fondamentale in uffici open space.Quanto costa un intervento acustico in ufficio?
Dipende dalla metratura e dalla soluzione. Si parte da €30–€50/m² per interventi base con pannelli e sound masking.Ci sono incentivi o agevolazioni per l’acustica?
In alcuni casi, i costi possono rientrare in incentivi legati alla salute e sicurezza sul lavoro o al welfare aziendale.L’acustica migliora anche il clima aziendale?
Assolutamente sì: riduce conflitti, migliora la tolleranza tra colleghi e crea spazi in cui lavorare è (finalmente) più naturale.