Introduzione
In un mondo del lavoro sempre più frenetico, l’alimentazione rischia di diventare l’ennesimo task da spuntare. Si mangia in fretta, distrattamente, spesso senza pensare a cosa (e perché) si sta mangiando. Ma la verità è semplice: ciò che mangiamo durante la giornata lavorativa incide profondamente sulla nostra salute, sull’energia mentale e sulla produttività.
In questo articolo esploriamo i 3 errori più comuni legati all’alimentazione in ufficio e come evitarli con soluzioni semplici e praticabili da tutti.
1. Saltare la pausa pranzo (o mangiare davanti allo schermo)
Capita spesso: la riunione si prolunga, le email si accumulano, la deadline incombe. E allora si mangia in fretta, spesso davanti al computer, continuando a lavorare. Questo è il primo e più comune errore.
Saltare la pausa o affrontarla come un dovere tecnico danneggia sia la digestione che il benessere mentale. Studi dimostrano che mangiare con consapevolezza migliora la sazietà e riduce lo stress.
Lo studio del 2004, condotto da Alyssa Torske, Benno Bremer, Britta Karen Hölzel, Alexander Maczka, Kathrin Koch
Mindfulness meditation modulates stress-eating and its neural correlates ha esaminato l’effetto della meditazione mindfulness sul comportamento alimentare legato allo stress.
Un gruppo di 66 persone, senza precedenti esperienze di meditazione ma con tendenza a mangiare in risposta allo stress, ha partecipato per 31 giorni a un training online di meditazione mindfulness oppure a un training sulla salute. Prima e dopo l’intervento sono stati raccolti dati comportamentali e di neuroimaging (fMRI a riposo).
Rispetto al gruppo di controllo, chi ha praticato mindfulness ha riportato meno stress, meno voglia di cibo e una maggiore capacità di gestire le emozioni.
Questi miglioramenti si sono accompagnati a cambiamenti nel funzionamento del cervello, in particolare nelle aree coinvolte nella fame, nella ricompensa e nella consapevolezza corporea.
In sintesi, la mindfulness si è dimostrata utile per ridurre il mangiare emotivo agendo sia sulla mente che sul cervello.
Uno studio del 2024, “Does controlling for epicurean eating or the tendency to supersize food portions change the relationship between mindful eating and grazing?” ha analizzato se il modo in cui mangiamo per piacere (alimentazione epicurea) possa influenzare la relazione tra il mangiare consapevole (mindful eating) e l’abitudine a “spizzicare” spesso (grazing).
Sono stati coinvolti 419 partecipanti che hanno risposto a questionari su queste tre abitudini.
I risultati mostrano che sia il mangiare con consapevolezza sia il mangiare per piacere sono legati al minor rischio di spizzicare continuamente. In particolare, prestare attenzione a ciò che si mangia, evitare distrazioni e ascoltare i segnali di fame e sazietà sembrano essere i fattori più importanti. Al contrario, la tendenza a preferire porzioni molto abbondanti (supersizing) non ha avuto un ruolo rilevante.
Lo studio suggerisce che il legame tra spizzicare e mangiare consapevole è più complesso di quanto sembri e che considerare anche il piacere nel mangiare può offrire nuove prospettive.
A questo punto cosa possiamo fare durante la nostra pausa pranzo:
Dedicare almeno 20 minuti alla pausa pranzo lontano dalla postazione
Creare uno spazio (anche mentale) per godersi il pasto
Uscire all’aperto, se possibile, per beneficiare della luce naturale

2. Snack sbagliati, presi al volo
Quando l’energia cala nel pomeriggio, è facile cedere a snack ipercalorici o troppo zuccherati: barrette, merendine, biscotti. Ma questi alimenti causano picchi glicemici seguiti da crolli di energia e difficoltà di concentrazione.
Scegliere snack sani può fare la differenza: mantenere costante la glicemia aiuta a stabilizzare l’umore e migliorare la produttività.
Cosa fare:
Tenere a portata di mano frutta fresca, frutta secca, yogurt, hummus e crackers integrali
Evitare prodotti con etichette troppo lunghe o ingredienti sconosciuti
Inserire una vera “pausa snack” durante la giornata
3. Mensa (o schiscetta) senza consapevolezza
Anche chi ha la fortuna di mangiare in mensa o di portarsi il pasto da casa spesso compie scelte automatiche, ripetitive, poco bilanciate. La routine è rassicurante, ma rischia di appiattire la varietà nutrizionale necessaria al nostro organismo.
Una pianificazione consapevole migliora l’equilibrio dei nutrienti e rende il pasto più soddisfacente. Inoltre, le aziende possono giocare un ruolo attivo nel promuovere una cultura alimentare più sana.
Cosa fare:
Consultare i menu settimanali della mensa per scegliere con consapevolezza
Alternare proteine, cereali integrali, verdure e legumi
Chiedere in azienda più opzioni sane e iniziative di educazione alimentare
Conclusione
Mangiare bene in ufficio non è solo una questione di forza di volontà, ma di consapevolezza e abitudine. Bastano pochi accorgimenti per trasformare l’alimentazione lavorativa in uno strumento di benessere quotidiano.
In Fiorani & Partners crediamo che la salute cominci dal piatto, anche (e soprattutto) in azienda. Per questo accompagniamo le imprese in percorsi di educazione alimentare e promozione del benessere, integrando alimentazione, prevenzione e welfare aziendale in un approccio unico e strategico.
Perché ogni pausa pranzo è una scelta di cura.
FAQ – Alimentazione sana in ufficio
1. Perché è importante fare una vera pausa pranzo?
La pausa pranzo consapevole migliora la digestione, riduce lo stress e aumenta la concentrazione. Mangiare davanti allo schermo o saltare il pasto compromette non solo la salute fisica, ma anche il rendimento mentale durante il pomeriggio.
2. Cosa si intende per alimentazione consapevole (mindful eating)?
Il mindful eating è l’atto di mangiare prestando attenzione a ciò che si sta facendo: osservare il cibo, assaporarlo con calma, ascoltare i segnali di fame e sazietà. È una pratica che riduce lo “stress eating” e migliora il rapporto con il cibo.
3. Quali snack sani posso portare in ufficio?
Alcuni esempi di snack salutari per il lavoro sono: frutta fresca, frutta secca senza zuccheri aggiunti, yogurt bianco, hummus con verdure, crackers integrali o pane di segale. Evita cibi ultra-processati e ricchi di zuccheri semplici.
4. Quali sono i rischi legati a un’alimentazione scorretta in ufficio?
Una dieta sbilanciata durante il lavoro può portare a cali glicemici, difficoltà di concentrazione, aumento dello stress e aumento di peso. A lungo termine, può contribuire allo sviluppo di patologie metaboliche e cardiovascolari.
5. Come si può rendere la pausa pranzo più salutare anche con poco tempo a disposizione?
Anche 20 minuti di pausa vera, lontano dallo schermo, possono fare la differenza. Organizza in anticipo il pasto, evita alimenti troppo elaborati e concediti uno spazio per mangiare in tranquillità, magari con luce naturale o una breve camminata.
6. È meglio mangiare in mensa o portarsi il pranzo da casa?
Entrambe le opzioni possono essere valide, purché siano fatte con consapevolezza. La mensa offre varietà, ma richiede scelte ponderate. La “schiscetta” permette maggiore controllo sugli ingredienti, ma va pianificata per evitare pasti ripetitivi e sbilanciati.
7. Qual è il legame tra alimentazione e produttività lavorativa?
Un’alimentazione equilibrata mantiene stabile la glicemia, migliora l’umore e aiuta a sostenere l’attenzione nel tempo. Evitare zuccheri eccessivi e privilegiare pasti completi contribuisce a un’energia più costante durante la giornata.
8. Cosa possono fare le aziende per favorire una cultura alimentare sana?
Le aziende possono offrire opzioni sane in mensa, proporre programmi di educazione alimentare, inserire snack salutari nei distributori e creare ambienti adeguati per le pause. Queste iniziative migliorano il benessere e rafforzano l’engagement.
9. Lo stress incide sulle abitudini alimentari in ufficio?
Sì. Lo stress può portare a mangiare in eccesso, in modo disordinato o a saltare i pasti. Integrare momenti di consapevolezza e gestire i carichi di lavoro aiuta a mantenere un rapporto sano con il cibo anche in contesti lavorativi intensi.
10. Come avviare un percorso di educazione alimentare in azienda?
Si può iniziare con incontri informativi, consulenze con nutrizionisti, webinar o piccoli programmi tematici. Un partner esperto può aiutare a strutturare il percorso in modo graduale e accessibile a tutti i dipendenti.